Aya Oguma e Issen Ten: performance a Milano
Aya Oguma e Issen Ten: performance a Milano
Non è una mostra, è un rito di guarigione tra popoli. Cosi potremmo riassumere la performance evento di Aya Oguma e Issen Ten, una azione di kintsugi contemporaneo tenuta presso lo Spazio BIG Santa Marta di Milano.
MILANO, ottobre 2025 — Le crepe non separano, uniscono. È questo il cuore simbolico di “Kizuna: crepe che uniscono popoli – Kintsugi tra Sicilia e Giappone”, la performance e mostra-evento che sabato 25 ottobre ha portato allo Spazio BIG Santa Marta (via Santa Marta 10, nel cuore di Milano) una delle voci più raffinate del kintsugi contemporaneo: la giovane artista giapponese Aya Oguma.
Con “Le Nuove Radici”, l’artista ha presentato la sua prima performance europea, un intervento dal vivo su una Testa di Moro ideata dal progetto artistico Issen.ten, che fonde creatività umana e intelligenza artificiale conversazionale.
Oguma ha scelto di compiere un gesto inedito: applicare la tecnica del kintsugi, l’antica arte di riparare ceramiche con oro, non su un oggetto rotto, ma su un’immagine integra, stampata su alluminio.
Un atto poetico e rivoluzionario, che sposta il kintsugi dalla materia al concetto, trasformando la riparazione fisica in un rito di guarigione simbolica: una “cura” per le fratture interiori che attraversano individui e culture.
Curiosità tecnica per dare corso all’intervento, effettuato con oro 24 carati l’artista ha dovuto elaborare una specifica tecnica, mescoldno l’oro all’alcool per potere fissare l’oro stesso alla superficie della lastra.

Dalla leggenda alla rinascita
La Testa di Moro, icona della tradizione siciliana, diventa nelle mani di Oguma simbolo di rigenerazione e non più di vendetta. L’intervento dell’artista rilegge il mito attraverso la lente della delicatezza giapponese, riportando la leggenda dentro un linguaggio contemporaneo che parla di empatia, memoria e bellezza imperfetta.
Accanto alla performance, la mostra milanese espone tre opere emblematiche:
- un piatto tradizionale giapponese riparato con la tecnica originale del kintsugi;
- e la Testa di Moro in ceramica (En wo Migaku) del maestro Domenico Boscia, restaurata da Oguma dopo essersi frantumata durante la tappa di Tokyo del Tour Mondiale della nave scuola Amerigo Vespucci. L’opera, ricomposta in un anno di lavoro, è stata successivamente presentata al Padiglione Italia di Expo Osaka 2025.
- ed il Piatto Rotto, dello stesso Boscia e riparato nel corso di un workshop a Tokyo da Oguma, Boscia ed i fondatori de il Made in Sicily (Giovanni Callea e Davide Morici).
Un ponte tra Italia e Giappone
L’evento si inserisce nel programma internazionale “Kizuna: crepe che uniscono popoli – Kintsugi tra Sicilia e Giappone”, promosso dalla Fondazione Made in Sicily Museum con il sostegno dell’Assessorato ai Beni culturali e all’Identità siciliana.
Dal 23 al 25 ottobre, Palermo e Milano hanno condiviso incontri, workshop e mostre in un itinerario che mette in dialogo due culture distanti più di 10.000 chilometri, ma unite da un unico filo: la cura del legame.
«Kizuna (絆) è una parola che in giapponese significa legame profondo», spiega Giovanni Callea, presidente della Fondazione Made in Sicily e co-curatore dell’evento insieme a Davide Morici.
«Non è un legame basato sulla vicinanza fisica, ma su una responsabilità reciproca. Questo progetto nasce proprio da quel tipo di affetto silenzioso e duraturo: Aya ha riparato la nostra Testa di Moro in un anno di lavoro, e da sconosciuti siamo diventati amici. È la dimostrazione che l’arte può costruire relazioni autentiche».
Morici aggiunge: «Con Le Nuove Radici abbiamo voluto ripensare i codici culturali che nel tempo rischiano di diventare cliché. Il gesto manuale in oro di Aya Oguma trasforma la frattura in poesia, riparando non l’oggetto ma la memoria emotiva che lo accompagna».
Oltre la ceramica: il kintsugi come visione
Per Aya Oguma, che vive e lavora a Tokyo, il kintsugi non è soltanto una tecnica ma un punto di vista sulla bellezza:
«Non è la perfezione a renderci belli, ma le nostre imperfezioni. Portare il kintsugi oltre la ceramica significa aprire nuove possibilità di dialogo tra culture e generazioni».
E di fatto, Le Nuove Radici segna una svolta storica: è la prima volta che il kintsugi viene applicato a una stampa metallica, rendendolo linguaggio contemporaneo e concettuale.
Il progetto e i protagonisti
L’iniziativa è realizzata in collaborazione con BIG – Broker Insurance Group e Ciaccio Arte.
Aya Oguma
Artista giapponese del kintsugi contemporaneo, unisce tradizione e innovazione in opere che esplorano la rigenerazione e la bellezza della frattura. Ha curato la riparazione dell’opera Grani di Pace per Expo Osaka 2025.
Issen.ten
Progetto artistico che lavora con un’intelligenza artificiale conversazionale per creare il racconto visivo Il Risveglio della Dea, composto da 1000 immagini. La collaborazione con Oguma segna un punto d’incontro fra umano e artificiale, fra Oriente e Occidente.
Fondazione Made in Sicily Museum
Con sede a Palermo, la Fondazione trasforma la memoria e la tradizione siciliane in strumenti di dialogo globale. Dalle installazioni a Los Angeles, Tokyo e Singapore fino a Expo Osaka, promuove la cultura dell’isola come ponte di innovazione e identità.
Conclusione
In un mondo che spesso celebra la perfezione come valore, Le Nuove Radici ricorda che la vera bellezza nasce dalle crepe.
Il gesto d’oro di Aya Oguma diventa metafora di rinascita e di legame, un atto di poesia visiva che unisce la Sicilia e il Giappone in una sola parola: Kizuna, legami.
legame.





