Quando il mondo si siede a tavola in Sicilia

Quando il mondo si siede a tavola in Sicilia

·27/10/25·

Una cena a Palermo che ha unito Tokyo, Chicago, Martigny e le radici dell’isola

Venerdì 24 ottobre 2025, al ristorante Millesuoli di Palermo, si è celebrata una cena che è diventata racconto: un intreccio di culture, visioni e linguaggi legati da una parola comune: radici.

Attorno al tavolo, volti che rappresentano mondi lontani e complementari. Amici che sono parte del nostro racconto e che il caso ha voluto unire eccezionalmente a Palermo, per una sera.
Dagli Stati Uniti, Michelle Durpetti, erede e managing partner dello storico ristorante Gene & Georgetti di Chicago, fondato nel 1941: uno dei templi della ristorazione italiana in America, oggi portato avanti con passione e visione contemporanea. Ci siamo incontrati e piaciuti due settimane fa al Columbus di Chicago, incontrati al NIAF di Whashinton la settimana scorsa, e incontrati a Palermo qualche giorno fa. Schezavamo su quale dovrà essere la quarta città nel mondo nella quale darsi appuntamento. Con lei, il marito Collin Pierson, affermato fotografo di Chicago, e l’amico Philippe Carvalho, filmmaker e fondatore di Mirar Media, studio di produzione con base a Chicago, che realizza documentari e storytelling visivi in tutto il mondo.

Dal Giappone, Aya Oguma, maestra del kintsugi, l’antica arte di riparare con l’oro ciò che è rotto, l’abbiamo incontrata lo scorso anno in occasione della tappa del Vespucci, e trascinata a Palermo insieme al compagno Shigeo Takeshita, quarta generazione alla guida della Utsuwa Omusubi, la più antica azienda di Tokyo specializzata in ceramiche d’eccellenza per la ristorazione.

E infine, dalla Svizzera, Cécille Giovanini ed il suo compagno. Cecille è una artista di origini siciliane. Con lei la storia è diversa arriva a Palermo tirata dalle sue radici, per per contribuire con una sua opera al Libro delle Radici, che ha casa morale al Teatro Massimo di Palermo e che con noi ha girato il mondo. Progetto della Fondazione Made in Sicily che raccoglie tracce d’arte e di memoria da tutto il mondo.

La tavola è trazzera si dice a Palermo, cosi abbiamo chiesto a Millesuoli, e ad Alessandro Gallo, una straordinaria promessa della gastronomia siciliana, di essere la nostra trazzera, con noi c’era il Vice Sindaco di Palermo Giampiero Cannella, e l’immancabile Domenico Boscia, che ha realizzato per l’occasione ed in diretta una nuova pagina del Libro delle Radici.

Dedicata questa volta non ad una città, ma al luogo dove eravamo, il ristorante Millesuoli, ed attraverso questo ai ristoranti, quali luoghi di incontro e scambio.

Nel corso della serata abbiamo parlato di tutto, di cibo, di radici, di amicizia di condivisione, ipotizzato tanti appuntamenti futuri, ma in fin dei conti abbiamo mostrato quanto Palermo, e per questi ringraziamo per la sua presenza significativa e simbolica il Vice Sindaco Giampiero Cannealla, sia una grande trazzera che si offre al mondo.

La Sicilia non ha semplicemente ospitato: ha accolto.
Si è fatta ponte tra chi cucina e chi ripara, tra chi scatta immagini e chi le trasforma in racconto.
Michelle Durpetti ha portato il valore della tradizione familiare che diventa impresa culturale; Aya Oguma la delicatezza del gesto che restituisce dignità alla frattura; Cécille Giovanini il senso di appartenenza e ritorno.

 

Una sintesi perfetta dello spirito il Made in Sicily

Cultura, ospitalità, arte e impresa in un solo tavolo, a Palermo.
Una cena intitolata Radici, che ha saputo dire molto di più del suo nome:
ha dimostrato che la Sicilia non è solo una terra d’origine, ma un luogo che sa far nascere connessioni, nutrire pensieri e trasformare ogni incontro in un atto d’amore verso il mondo.

Il menù della serata – Radici

Ci piace anche raccontarvi il menu della serata, perché è stato realizzato con il cuore da Alessandro Gallo lo chef e presentato con amore da Cristian Catalano animatore di questo splendido ed unico, locale di Palermo.

Un percorso pensato come viaggio sensoriale tra terra, mare e memoria, con un sorprendente richiamo al Giappone:

Bastoncino di polenta al forno con crema di topinambur alla vaniglia e chips di patata viola, Cialda al sesamo con lattughina, tonno rosso e fagiolini, Cubotto di baccalà al nero di seppia con gelatina di zenzero e pepe di Sichuan, Cannolo di ceci con melanzana, mandorle, menta e tonburi — un ingrediente raro e simbolico, soprannominato “il caviale vegetale del Giappone”, che ha reso omaggio all’incontro tra le due culture. (nota: il tomburi è stato portato a Palermo da Aya, su richiesta dello Chef).

Melanzana in olio cottura con salsa teriyaki, crema di peperone e mandorle tostate
Spaghettoni con ragù di triglia, lenticchie nere e carota in osmosi
Sogliola con pane in cassetta, stracchino, salsa di calamaro, crema di cozze, asparagi e uova di lompo
Cassata con fondente Bonajuto e frutta candita di stagione

Ogni piatto ha raccontato un frammento del dialogo tra passato e presente, tra la materia e l’anima, tra Sicilia e mondo.

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