Il filo di Marianna (Amato) porta a Osaka: La Sicilia sbaglia, l’Opera non ha ricevuto nessun finanziamento

Il filo di Marianna (Amato) porta a Osaka: La Sicilia sbaglia, l’Opera non ha ricevuto nessun finanziamento

·17/07/25·

Qualche giorno fa, La Sicilia di Catania ha pubblicato un articolo dal titolo “Il filo di Marianna porta a Osaka…”, l’articolo parla di Marianna Amato ed insinua un nesso tra l’opera Grani di Pace, la missione a Osaka e l’indagine in corso sui finanziamenti opachi che coinvolgerebbero Presidente Galvagno e l’Assessore Amata.

Le gravi imprecisioni emerse

  • Finanziamento inesistente: l’articolo sostiene che la spedizione dell’opera sia costata 59.000 € – inclusivi di voli, ospitalità, compensi artistici e comunicazione La Sicilia.
    La realtà, però, è molto diversa: nessun finanziamento pubblico è stato ricevuto. Tutte le spese sono state sostenute internamente dal nostro team, senza alcun rimborso esterno.

  • Nessun pagamento né compenso: artisti, maestranze e ospiti giapponesi hanno partecipato gratuitamente, mossi esclusivamente da spirito volontario e dalla condivisione dell’iniziativa.

Al servizio della Sicilia

Durante il soggiorno a Osaka, il nostro team ha realizzato e montato oltre 30 video, pubblicati sui nostri canali e rilanciati da Expo Italia. Un impegno notturno, non remunerato, dedicato interamente alla promozione della Sicilia e alla diffusione culturale.

La nostra richiesta di rettifica ignorata

Abbiamo inviato la scorsa settimana, al direttore de La Sicilia una lettera formale chiedendo la correzione o la rimozione dell’articolo, fornendo tutt le info necessarie e corrette. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

Un appello alla responsabilità giornalistica

Crediamo fermamente che il diritto all’informazione imponga onestà e chiarezza. La deontologia professionale richiede fatti documentati, non speculazioni. Chi ha scritto l’articolo – pur conoscendo la verità – ha preferito dipingere una narrazione “non chiara” che lascia pensare cose molto diverse dalla realtà dei fatti. Se trattasi di un errore non rende onore al direttore avere ignorato le nostre richieste di rettifica.

L’ultimo chicco di riso

L’opera ha riscosso un forte interesse istituzionale e diplomatico, attirando l’attenzione di esponenti delle istituzioni italiane e internazionali, tra cui membri del Parlamento europeo e rappresentanti di altre delegazioni stranieri. Oggi è in concorso al Guinness dei primati, come opera collaborativa in ceramica con il maggior numero di contributori.

In particolare, il penultimo chicco è stato posto dal Commissario Generale Mario Vattani, oggi Ambasciatore d’Italia in Giappone, già Commissario Generale per Expo Osaka 2025. Abbiamo quindi voluto completare il gesto con un atto di rispetto istituzionale, riservando l’ultimo chicco al Presidente Renato Schifani, a simboleggiare la stima e la rappresentanza di tutti noi.

Crediamo fermamente che Grani di Pace sia un autentico ponte culturale tra Sicilia e Giappone, capace di unire simboli, valori e comunità. Per questo, la frase finale dell’articolo originale ci è sembrata un inutile atto di violenza verbale, superficiale e ingiustificato rispetto all’alto valore simbolico e culturale dell’iniziativa.

In conclusione

L’opera Grani di Pace non solo non ha ricevuto alcun finanziamento, ma ha rappresentato un autentico gesto di servizio culturale, reso possibile solo grazie all’impegno gratuito dei suoi promotori. L’unico “filo” che lega questa iniziativa a qualcosa è quello della verità: e vale la pena farlo emergere con forza.

A futura memoria

Pubblichiamo di seguito la nostra lettera inviata a La Sicilia.

A difesa della verità e della trasparenza, riteniamo doveroso mettere a disposizione dei cittadini tutti gli elementi certi.


La lettera inviata al direttore de La Sicilia

 

Egregio Direttore,

in merito all’opera Grani di Pace, citata nel vostro articolo dal titolo “Il filo di Marianna porta a Osaka”, desidero fornire alcune precisazioni.

Scrivo in qualità di Presidente dell’Associazione Teikdizi, iscritta al registro degli Enti per la Pace (L.R. 11/2019), nonché coautore del progetto.

L’opera Grani di Pace non ha ricevuto alcun finanziamento della Regione o altro ente pubblico. Nè diretto ne indiretto. È stata ideata, sviluppata e realizzata interamente a nostra cura e spese. Gli importi indicati nel vostro articolo sono le voci di spesa valorizzate delle attività da noi programmate, non sono importi progettuali corrisposti da alcuno, nessun costo è stato sostenuto dalla Regione, semmai sono state spese da noi e con nostri fondi le spese vive quali voli ed ospitalità.

Nell’articolo avete presentato come costo sostenuto, un budget previsionale presentato a novembre insieme alla proposta progettuale. In assenza di sponsor o finanziatori abbiamo realizzato l’intervento, riducendo attività e costi vivi. Infine, visto il significato del progetto e l’assenza di budget, tutti i professionisti coinvolti, inclusi i collaboratori e gli artisti giapponesi, hanno determinato di prestare la loro opera gratuitamente.

Rappresento inoltre che durante la settimana della Sicilia all’Expo di Osaka, abbiamo offerto gratuitamente il nostro supporto alla comunicazione del padiglione, realizzando oltre 30 contenuti video diffusi sui nostri canali e rilanciati anche dal canale ufficiale di Expo Italia. Attività che abbiamo deciso di offrire con senso istituzionale, consapevoli che era utile offrire massima visibilità alle iniziative in corso indipendentemente dal fatto di ottenere un ricavo o un pagamento per le stesse stesse.

L’opera è stata accolta all’interno del Padiglione Italia, in una nicchia messa a disposizione dal Dipartimento degli Affari Extra-regionali, a seguito di un invito pubblico rivolto alle associazioni iscritte all’albo. Le associazioni mi risulta siano diverse decine, noi abbiamo risposto ad una circolare di invito e so che altre associazioni abbiano dato seguito con attività diverse dalla nostra a detta circolare. Lo spazio a noi riservato è stato di circa due metri quadrati per esporre l’opera, peraltro in una nicchia di ingresso del padiglione Italia che generalmente non viene usata. Il padiglione vale probabilmente diverse migliaia di metri quadrati e l’allestimento della regione qualche centinaia.

Grani di Pace non rientra tra le attività promosse o coordinate dal Dipartimento dei Beni Ambientali.

Il chicco in ceramica riservato simbolicamente al Presidente della Regione – realizzato dai ragazzi dell’Istituto Ciro Esposito di Santo Stefano di Camastra – è stato un gesto di rispetto istituzionale, un atto che abbiamo ritenuto dovuto, in considerazione del fatto che la posa del penultimo è stata effettuata dal Commissario Generale di Expo a Osaka, e l’opera, è diventata un simbolo riconosciuto di unione tra Sicilia e Giappone, con molti interventi istituzionali. Un’opera, alla quale hanno partecipato istituzioni e persone provenienti da ogni parte del mondo.

Come pubblicista iscritto all’albo, credo che l’informazione sia un pilastro della democrazia. Proprio per questo, segnalo con rispetto quanto sia delicato il rischio di compromettere, anche involontariamente, un progetto nato da visione, sacrificio e dedizione.

Grani di Pace è un’opera corale che ha parlato al cuore dei giapponesi e dei visitatori di ogni parte del mondo. Non ha alcun legame con le vicende attualmente oggetto di indagine, né ha mai ricevuto contributi o compensi dalla Regione di nessun tipo, è stata selezionata con un normale iter al quale hanno avuto accesso molti altri enti.

Trovo spiacevole che venga coinvolta in polemiche che non le appartengono, rischiando di oscurare un’opportunità autentica di promozione culturale e connessione internazionale per la nostra isola.

Resto volentieri a disposizione per un confronto diretto o per condividere ulteriori informazioni sulla genesi, sul significato e sui risultati – numerosi e concreti – di un progetto che riteniamo faccia onore alla Sicilia.

Sono certo che le gravi imprecisioni dell’articolo siano un involontario incidente e che sarà suo desiderio provvedere alle rettifiche pubblicando questa mia, senza necessità di ricorrere ad alcuna formale sollecitazione.

In attesa di riscontro

Con viva cordialità,
Giovanni Callea
Presidente Associazione Teikdizi
Coautore dell’opera Grani di Pace

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